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Crisi del credito: è appena l'inizio?

lunedì 24 settembre 2007 a 19.25 Pubblicato da Mark75

Alcuni esperti stanno in queste settimane affermando che la recente crisi del credito (la cosiddetta crisi dei mutui subprime) è appena all'inizio ed è destinata a durare a lungo. Mi pare interessante approfondire le loro argomentazioni, per quanto io speri personalmente in un quadro più ottimistico, perché comunque dà modo di approfondire alcuni aspetti della "crisi dei mutui subprime", da cui poi ciascuno può trarre delle conclusioni. Vi anticipo che è una storia lunga, per cui dovrò scriverla a puntate.

Venendo alle opinioni dei "pessimisti" la causa della crisi attuale sarebbe in realtà da ricondursi al livello di credito/debito ormai insopportabile del sistema economico globale. Qualcuno non esita a fare il paragone con il declino giapponese dal 1990 al 2003, seguito allo scoppio della bolla nipponica del credito, in cui l'indice Nikkei ha perso l'80% in un arco di 13 anni, passando dai 38916 punti del 29 dicembre 1989 ai 7607,88 del 24 aprile 2003. Oppure, chi la vede un po' meno nera prospetta qualcosa di simile alla stagnazione dei mercati USA tra il 1960 e il 1975, dove il mercato è rimasto pressoché piatto.

Il punto cruciale è che secondo questa corrente di opinioni, veniamo da un periodo che qualcuno giudica di troppa liquidità, troppa leva, e troppa "ingegneria finanziaria", e si sarebbe creata una bolla destinata a sgonfiarsi, con conseguenti tempi duri in arrivo per gli investitori.

L’aspetto importante del ragionamento degli esperti "pessimisti" è che indubbiamente chi ha fatto un mutuo oltre le proprie possibilità, e adesso non può pagare le rate, ha delle colpe, ma ci sono delle responsabilità ben più gravi. E in genere si parla di tre soggetti:

gli organi di regolamentazione, che hanno lasciato che molte banche americane trasferissero miliardi di dollari di crediti a rischio a risparmiatori stranieri, attraverso metodi poco trasparenti;

gestori di hedge fund e fondi pensione, che hanno abusato di meccanismi di leva che non sempre comprendevano pienamente

ingegneri finanziari che hanno sviluppato modelli di "sicurezza statistica" del credito, calcolata però con metodi matematici dalle basi tutt'altro che solide.

Tanto da far dire a qualcuno che in realtà vi sarebbe stata una spinta verso la diffusione di prestiti, anche a rischio, perché molti erano interessati a comprare il debito. Un ragionamento che può sembrare strano, ma lo è molto meno se anziché vederli come un mezzo per acquistare una casa, si cambia prospettiva e si pensa ai mutui come uno strumento che consente di generare cash flow a chi li concede, e magari costruirci sopra dei derivati di qualche tipo, in un momento di tassi relativamente bassi.

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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MUTUI SURPRISE / Tassi, tensione sino a primavera

di Maximilian Cellino

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27 ottobre 2007

Chi ha un mutuo a tasso variabile dovrà mantenere i nervi saldi per almeno sei mesi. Tanto a lungo sembrano infatti destinate a protrarsi le tensioni scatenate dalla crisi subprime sui tassi interbancari e su quell'Euribor utilizzato come parametro a cui indicizzare la rata.

La situazione è per la verità già migliorata nell'ultimo mese, segno che le ripetute iniezioni di liquidità operate dalla Bce per stabilizzare i mercati finanziari cominciano a fare effetto. L'Euribor a un mese, per esempio, è sceso dal 4,49% raggiunto l'11 settembre fino al 4,16%, un livello compatibile con un costo del denaro fermo al 4% nell'Eurozona. La tensione persiste invece sulle scadenze maggiori, e in particolare sull'Euribor a tre mesi al quale purtroppo sono ancorati moltissimi mutui variabili. Questo tasso è sì sceso al 4,61% dopo aver sfiorato il 4,8%, ma si trova ancora su valori anomali, visto che di solito è difficile che la differenza con il saggio Bce superi i 20-25 punti base.

Tutta colpa della tempesta provocata dai mutui ad alto rischio Usa e diffusasi poi a macchia d'olio nel resto del mondo. La fase di incertezza e di sfiducia che si è creata ha infatti spinto le banche a chiedere tassi di interesse più elevati per prestarsi il denaro e così gli Euribor sono schizzati alle stelle.

I tempi di assorbimento di quest'anomalia sono incerti, quantomeno perché ristabilire la fiducia è un processo lento. Ci si può fare comunque un'idea di ciò che avverrà osservando l'andamento dei future sui tassi interbancari. "In questo momento – sostiene Stefano Pignatelli, responsabile ufficio studi di Aritma I.F. – il mercato si attende che l'Euribor a tre mesi scenda progressivamente al 4,49% a dicembre e al 4,27% a marzo. Il disallineamento dovrebbe quindi ricomporsi a primavera, sempre che nel frattempo i bilanci delle banche non riservino altre sorprese".

E dopo? Gli occhi saranno di nuovo tutti puntati sulla Bce e, a questo proposito, le indicazioni che arrivano dagli analisti lasciano ben sperare. Pochi infatti sono disposti ancora a scommettere su un rialzo dei tassi e la maggior parte vede il costo del denaro stabile al 4% per tutto il 2008. "Con la Federal Reserve pronta a tagliare incisivamente i tassi è difficile che Francoforte pensi di muoversi in senso contrario", conferma Pignatelli. Per il tasso variabile, insomma, il peggio sembrerebbe alle spalle.

 

 

LUIGI SPAVENTA

Crisi di liquidità e Futuro dei Mercati

Bari 18 Gennaio 2008

 

OPINIONE ESPERTO FINANZA CLAUDIO PISONIPresidente ICMA

REGIONE SVIZZERA E LIECHTENSTEIN

Surprise Surprime

Gennaio-Febbraio 2008

 

AUDIZIONE PRELIMINARE CONOSCITIVA DELLE COMMISSIONI RIUNITE PARLAMENTO

BILANCIO TESORO PROGRAMMAZIONE

IN PREPARAZ. DEL DOCUM. PROGRAMM. ECONOMICA 2009-2013

Testimonianza del Governatore della Banca d'Italia . Draghi

2 Luglio 2008

 

BANCA d'ITALIA

BOLLETTINO ECONOMICO

N° 53 Luglio 2008

 

 

 

IL SOLE 24 ORE

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La diagnosi della Banca d'Italia: economia ferma, allarme prezzi e consumi, rischio stagflazione

di Michele De Gaspari

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15 luglio 2008

Le previsioni: Pil +0,4% nel 2008 e 2009, consumi privati +0,2% e +0,3%, inflazione al 3,8% e 2,8% nei due anni

Banca d'Italia, Bollettino economico, n. 53, luglio 2008

File in formato .pdf

Il testo del Bollettino economico

L'audizione parlamentare del governatore Mario Draghi sul Dpef 2009-2013

Tutti i più recenti indicatori congiunturali sull'economia italiana delineano un'evoluzione dell'attività produttiva e della domanda particolarmente debole anche nella seconda metà del 2008. Se nel primo trimestre di quest'anno il Pil ha ben recuperato la contrazione dell'ultimo quarto del 2007 (+0,5% a fronte di -0,4%), la crescita finora acquisita è molto contenuta (pari allo 0,3%) e si avvicina a quella prevista per l'intero 2008 (+0,4% annuo). Le proiezioni dei maggiori centri di previsione convergono, infatti, su un insignificante aumento congiunturale (intorno allo 0,1% medio) nei successivi trimestri dell'anno, con evidenti difficoltà sul fronte dei consumi privati, dopo la fase di completa stagnazione che ha caratterizzato gli ultimi due trimestri; si tratterebbe, in ogni caso, di un recupero modesto e che rimane a rischio a causa degli effetti di un persistente rialzo dell'inflazione, ormai al 4% tendenziale annuo, come non accadeva dalla metà del decennio 90.

Nel consuntivo 2008 l'Italia crescerà in misura pressoché impercettibile (e sarebbe il quarto anno negli ultimi dieci, insieme al 2002, 2003 e 2005), con un passo che è pari ad appena un terzo di quello, già ridotto, stimato per l'area euro (+1,5% circa), a ulteriore prova che la bassa crescita è diventato da tempo la principale emergenza che affligge la nostra economia. L'aumento del Pil per quest'anno si attesterà, infatti, a non più di un magro 0,5% per poi arrivare allo 0,9% nel prossimo, mettendo a segno una media dell'1,2% nel triennio 2009-2011, secondo l'obiettivo programmatico (poco ambizioso) del Dpef reso noto a fine giugno. Le previsioni di Bankitalia, per contro, non vanno oltre un +0,4% nel 2008, così come nel 2009.

In tale contesto di evidente debolezza strutturale, l'impatto della manovra finanziaria governativa sulla crescita - pari a circa 35 miliardi di correzione complessiva, equivalenti a due punti percentuali di Pil - risulterebbe modesto e sostanzialmente neutrale. La politica di bilancio, in altre parole, non offrirà alcuno stimolo all'economia nei prossimi tre anni, essendo vincolata all'obiettivo di rispettare il pareggio dei conti entro la fine del periodo, attraverso una progressiva riduzione del deficit, insieme al calo del debito pubblico sotto il 100% in rapporto al Pil. Questi risultati saranno in prevalenza ottenuti con il controllo della spesa - a partire dalle amministrazioni centrali e locali, sanità, previdenza - senza però rinunciare a un ulteriore moderato aumento delle entrate, che manterrebbe la pressione fiscale invariata nel triennio (intorno al livello elevato del 43% del Pil).

Il fronte delle entrate fiscali e quello del contenimento della spesa pubblica si annunciano, dunque, particolarmente caldi nei prossimi tre anni, dati i rischi di bilancio che incombono su entrambi i versanti. La scelta di risanare la finanza pubblica è senza dubbio inevitabile, perché deficit e debito non tornino ad aumentare, visto l'attuale stato di incertezza del quadro macroeconomico, prevedibilmente non destinato a rientrare nel breve-medio termine. Ma per rilanciare la crescita - è l'orientamento della Banca d'Italia, come sottolinea il governatore Mario Draghi - un passaggio obbligato è rappresentato, nello stesso tempo, dalla riduzione del prelievo fiscale su famiglie e imprese, incrementandone così il reddito disponibile e la capacità di spesa, in modo da sostenere domanda e competitività. Debito e tasse elevati sono i principali ostacoli alla ripresa, insieme alla spesa pubblica corrente da riportare su valori più contenuti, al fine di lasciare margini di manovra alla politica di bilancio: una ricetta meno conservativa su tasse e spese rispetto a quella del Dpef - congiuntura permettendo - sembra preferibile per gli economisti dell'Istituto di via Nazionale.

 

Il Bollettino del Servizio studi di Bankitalia

Secondo appuntamento ufficiale dell'anno per importanza, dopo quello istituzionale della Relazione del 31 maggio, il Bollettino economico della Banca d'Italia ha assunto dal 2007 frequenza trimestrale, con pubblicazione prevista alla metà dei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre. La nuova edizione ha fatto il suo esordio nell'aprile 2007, con un'impostazione e veste grafica che ha aggiornato quella dei primi 24 anni di vita, partita nell'ottobre del 1983 con cadenza semestrale e rimasta sostanzialmente invariata nella forma e nei contenuti (47 uscite in totale). E' ribadito, in particolare, l'impegno originario, annunciato dall'allora governatore Ciampi, di fornire un ulteriore strumento di analisi e di dibattito della congiuntura e della politica economica, anche in connessione con le esigenze di approfondimento scaturite dalla creazione della moneta unica europea.

Affiancandosi al Bollettino mensile della Bce, il nuovo Bollettino trimestrale di Bankitalia ha, dunque, l'obiettivo di offrire un'informazione tempestiva e meglio fruibile sull'andamento congiunturale dell'economia italiana nel contesto europeo e internazionale nei suoi aspetti più rilevanti: economia reale, conti pubblici, banche e mercati finanziari. Una specifica attenzione è, poi, dedicata all'analisi del quadro previsivo di breve termine e alla documentazione statistica. Le analisi e le elaborazioni statistiche sono opera del Servizio studi della Banca, sotto la responsabilità di Salvatore Rossi, direttore centrale per la ricerca economica.

 

 

 

 

 

 

 

ASSOEDILIZIA

http://www.assoedilizia.com/contenuto_exp.asp?t=comunicati&id=280

02 Agosto 2008

Crisi economica, caro carburante, prezzi in salita oltre l'inflazione ombre sulle vacanze estive degli italiani (milanesi compresi)

Prevista una contrazione del 10-12% dei vacanzieri (meno 5% quelli milanesi) previsti in questo week-end in 14.000.000 - Oltre 2 milioni di turisti sui treni, un milione in transito negli aeroporti di Malpensa e di Linate (400.000 dall'1 al 3 agosto) - Complessivamente, in agosto resteranno nella "grande Milano" (Monza e Brianza comprese) 1.500.000 abitanti su 3.700.000 residenti - Suggerimento: inserire nel telefonino ICE, il numero per le emergenze

Milano, 2 agosto 2008 - Caro carburante, minore disponibilità di risorse economiche (budget medio delle famiglie 1850 euro, 115 in meno rispetto al 2007), prezzi dei servizi in salita oltre l'inflazione (dal 4 al 9%, con punte di 33 euro al giorno per ombrellone e lettino), picchiano duro sulle vacanze estive 2008 degli italiani, anche su quelle degli abitanti della città e della regione più ricche d'Italia, Milano e Lombardia. Il CESCAT-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia sulla base di proprie rilevazioni e incrociando i dati di Anas, Fs, Aeroporti, operatori turistici e associazioni di consumatori, prevede un calo del 10-12% (mare meno 8%) per le tradizionali vacanze del periodo. Che si modificano. La durata media si riduce da 17 a 14 giorni, la settimana si trasforma in week-end lungo (quattro giorni) se non in ripetuti spostamenti con permanenze ancora più brevi sui luoghi di villeggiatura. Ciò significa maggior traffico (dall'1 al 3 agosto 10 milioni e mezzo di autoveicoli, oltre 2 milioni di viaggiatori in treno, un milione in aereo di cui 400.000 in transito negli aeroporti milanesi, 300.000 a Malpensa e 100.000 a Linate).

Ricordiamo che un altro grande esodo in uscita si verificherà dall'8 all'11 agosto mentre i giorni del rientro sono previsti per il 17, 23, 24, 25, 30, 31 agosto e 1 settembre.

Le mete dei lombardi

Mare. Costa adriatica e ligure si contendono i primi posti nelle preferenze dei lombardi, milanesi in testa, anche se le tipologie dei fruitori sono ben diverse: netta prevalenza di turisti di "seconda casa" in Liguria, pensioncine e campings accolgono in maggioranza i lombardi sul nord Adriatico. Seguono le spiagge toscane, la Sardegna, il Sud (Puglia, Calabria, Sicilia); ma pure le isole minori (in particolare l' Elba).

Monti. Dominano le Prealpi, seguite da Valtellina, Valchiavenna, Valle d'Aosta e Vallese, Trentino Alto Adige, Engadina. Percentuali minori anche se consistenti scelgono i laghi, l'Oltrepò, l'Umbria, le campagne di Marchee Toscana.

Estero. Se gli Usa registrano un autentico boom (più 40% grazie al dollaro debole) seguiti dalla Croazia (più 24%), la quota più consistente conferma la preferenza per Spagna, Grecia, Mar Rosso, Tunisia, Turchia, le città di Londra, Parigi, Barcellona e - new entry - Berlino.

Crociere. In forte espansione (più 12% rispetto al 2007). Se si calcolano anche le mini-crociere traghetto (con auto al seguito) si raggiungeranno 8.500.000 unità a bordo di 148 navi di 64 compagnie. Una curiosità: Civitavecchia è diventato il più importante scalo mediterraneo (1.800.000 transiti) battendo Barcellona.

Chi li accoglie

Per il 60% seconde case (in affitto o in proprietà) e parenti, nel 40% strutture ricettive (alberghi, agriturismi, bed&breakfast, campeggi). In una prospettiva di complessiva recessione (mancheranno all'appello, tra l'altro, oltre il 20% di americani e il 9% di inglesi, sempre per via dell'euro forte) gli alberghi mantengono una sostanziale stabilità nelle presenze, mentre gli alloggi privati registrano una forte diminuzione così come gli agriturismi (meno 6%). Diverse le cause: i lombardi meno abbienti (una famiglia su 4) sono costretti a rinunciare alle pensioncine, mentre i prezzi degli agriturismi (16.000 in Italia) hanno raggiunto e superato quelli di molti alberghi.

Osserva il CESCAT: la dislocazione prevalente delle case in proprietà nelle diverse località funge da catalizzatore sia per le case in locazione, sia per il turismo alberghiero.

I milanesi, infatti, tendono ad andare in vacanza non isolatamente o in località frequentate da turisti provenienti da altre regioni, ma preferendo i luoghi nei quali è già presente un forte nucleo di concittadini; anzi, si può dire che coloro che dimorano nelle proprie case esercitano una notevole attrazione verso il turista occasionale, non solo milanese, ma anche di altre regioni.

I milanesi creano le mode turistiche. In altri termini, non solo tendono a far vacanza tra loro, ma fanno a loro volta "tendenza" creando le località di moda.

Consigli

Infine qualche consiglio. Considerato che 7 lombardi su 10 utilizzano l'auto per le vacanze, si suggerisce di controllare lo stato di efficienza del mezzo, di rispettare i limiti di velocità, di informarsi sui percorsi alternativi in caso di blocchi autostradali e infine di adottare l'ICE.

Cos'è l'ICE? E' la sigla internazionale (In Case of Emergency) per i casi di emergenza. Può capitare che un automobilista sia coinvolto in un incidente e perda conoscenza: sul telefonino, sotto la sigla ICE, può essere indicato dall'utente il numero - o i numeri - che i soccorritori possono chiamare. Si possono registrare diversi numero sotto ICE 1, ICE 2 ecc.

Assoedilizia, la borghesia storica di Milano e della Lombardia

 

 

 

 

 

 

 

 

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La crisi finanziaria: tutto ebbe inizio con un Nobel

di Mario Margiocco

17 settembre 2008

La crisi che ha portato al fallimento di Lehman Brothers, al salvataggio di Aig e delle agenzie di mutui Fannie Mae e Freddie Mac costerà molto al sistema finanziario internazionale in genere e americano in particolare. Circa 1.500 miliardi di dollari in tre anni, 2007-2009, ha pronosticato quest'estate il Nobel dell'economia Joseph Stiglitz. Vede protagonisti alcuni dei prodotti finanziari più complicati fra quanti furono mai inventati, e computerizzati, da mente umana.

Tuttavia, è anche una storia semplice.

Bisogna partire dalle innovazioni finanziarie di 20 anni fa, e dal mercato, il mercato immobiliare americano soprattutto, di sette-otto anni fa.

Il Bollettino dell'Harvard Business School salutava nel 1997 il Nobel a un suo professore, Robert C. Merton, con queste parole: "In effetti, usando la formula di Merton, diventa possibile costruire un portafoglio virtualmente privo di rischi". Detto semplicemente, spalmandoli su così tanti prodotti e soggetti economici da rendere il rischio zero, o quasi. C'è chi, pur apprezzando questi prodotti se usati con prudenza, non ha mai creduto al loro valore taumaturgico. Altri, e sempre più, fra cui le grandi banche di Wall Street, alla fine li presentavano come il toccasana. Il tempo crea assuefazione, se tutto fila liscio. E i derivati, così si chiamano, rendevano ottime commissioni.

 

Come nasce la bolla immobiliare

Venti anni dopo (il Nobel a Merton e nel '95 a Robert E. Lucas, il vero custode della teoria, arriva alcuni lustri dopo le scoperte matematiche), entra in scena il mercato immobiliare americano.

I tassi sono bassi. Con la sicurezza garantita dalle formule per i derivati, e prodotti analoghi, i mutui vengono offerti anche a chi al minimo stormir di fronde potrebbe avere difficoltà a pagare. Non importa, il valore delle case cresce sempre e quindi chi compera oggi guadagnerà domani. E' la corsa al sogno americano. E le commissioni sono laute per chi emette i mutui, per chi lo cartolarizza, cioè li suddivide, mescola e impacchetta in prodotti finanziari da rivendere. Questi prendono le vie del mondo.

Il meccanismo si inceppa un 18 mesi fa, e si blocca nell'agosto 2007. I prezzi delle case incominciano a scendere, e presto c'è chi si trova col mutuo che vale più della casa. Qualcuno non paga. Il flusso di denaro necessario a onorare le cedole sui titoli legati all'immobiliare e di cui banche, finanziarie e anche stranieri si sono riempiti (rendevano assai più dei titoli del Tesoro), si prosciuga. Incominciano le perdite. I titoli crollano e diventano spazzatura.

La crisi si allrga a macchia d'olio

Incominciano le crisi, le vendite stracciate. E giù giù fino alla nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti semipubblici che dovevano salvare il mercato dei mutui, e che invece hanno avuto bisogno di essere salvati dal contribuente. E i fallimenti a Wall Street. E le perdite nel sistema bancario internazionale, anche in Europa, per fortuna non forti in Italia. Lehman è stata atterrata, più di tutto, da 80 miliardi di titoli legati ai subprime e che nessuno sa oggi quanto valgono.

E non è finita. La nazionalizzazione di Fannie e Freddie ha annientato l'azionariato, dove sono presenti molte banche Usa. Presto sapremo chi resiste alla botta e chi no. E i contraccolpi del fallimento Lehman sono ancora tutti da contabilizzare. Ci saranno altre giornate nere, probabilmente, almeno fino ai primi mesi del 2009. Poi, quando il grosso delle perdite sarà contabilizzato e in qualche modo digerito, si incomincerà a risalire. Non è un '29. Allora il mondo perse la testa. I nazionalismi e le rivalità complicarono maledettamente la crisi. Oggi dovrebbe essere assai diverso. Ma, senza dubbio, costoso come ha dimostrato anche il salvataggio Aig.

 

 

MUTUI: MAXI-INDAGINE FBI A UN ANNO DA INIZIO CRISI / ANSA

http://news.excite.it/economia/554395/MUTUI-MAXIINDAGINE-FBI-A-UN-ANNO-DA-INIZIO-CRISI--ANSA

01:48 ven 20 giugno 2008

(ANSA) - NEW YORK, 20 GIU - A poco più di un anno dallo scoppio della crisi dei mutui subprime, innescata lo scorso luglio dal fallimento di due hedge fund di Bear Stearns, arrivano la maxi indagine federale sulla crisi e i primi arresti, anche eccellenti. Ma nel frattempo le teste cadute a Wall Street a causa dei subprime sono già molte, così come le società che sono state travolte dall'onda lunga della crisi. In manette nelle ultime ore sono finiti proprio i due gestori degli hedge fund di Bears Stearns, Ralph Cioffi e Matthew Tannin, che hanno provocato poi l'effetto domino sul mercato, dichiarando l'avvio della crisi. E quasi in contemporanea con i primi due arresti eccellenti, sui quali gravano - e questa è la novità - accuse penali, il Dipartimento di Giustizia e l'Fbi hanno reso nota la propria maxi-indagine che, apertasi lo scorso marzo, ha già portato alla condanna di 173 persone su 283 arresti e 406 incriminati. Di vittime, negli ultimi dodici mesi, la crisi dei mutui subprime ne ha fatte molte. Fra queste Bear Stearns, la più piccola delle banche d'affari statunitense, sull'orlo del fallimento e salvata in extremis da un'azione congiunta JpMorgan-Fed. Alcuni nomi di primo piano di Wall Street sono stati costretti a cedere i posti di comando, travolti dalle ingenti perdite e svalutazioni ammesse: fra questi Marcel Ospel (Ubs), Charles 'Chuck' Prince (Citigroup) e Stanley O'Neil (Merrill Lynch). Determinante nella crisi il ruolo giocato dalla Fed che, modificando il proprio consueto atteggiamento, è intervenuta massicciamente sia sul mercato (concendendo alle banche d'affari di accedere alla finestra di tasso di sconto) sia a supporto dell'economia (riducendo drasticamente i tassi di interesse al 2%). La crisi e il crollo di Bear Stearns hanno acceso un forte dibattito sulla normativa in vigore negli Usa e soprattutto sul ruolo della Fed, per la quale in molti chiedono più poteri e maggiore accesso alle informazioni delle banche d'affari. Il segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson, lo ha ribadito anche nelle ultime ore: alla Fed devono andare più poteri per garantire la stabilità dei mercati. Nelle ultime ore le novità, soprattutto legali, legate alla crisi si sono succedute: - Le autorità newyorkesi arrestano due ex manager di Bear Stearns, accusandoli di frode. I legali di Cioffi e Tannin respingono le accuse ma per i loro assistiti il rischio è di oltre 20 anni di prigione. Tannin, infatti, rischia 20 anni per frode e complotto, mentre Cioffi ne rischia 40 in quanto su di lui grava anche l'accusa di insider trading. - L'Fbi e il Dipartimento di giustizia rendono noti i primi risultati dell'operazione 'malicous mortgage', che dal 1 marzo ha portato all'arresto di 273 persone, di cui oltre 170 già condannate, su 406 incriminanti. Solo nelle ultime 24 ore gli arresti sono stai 60. L'indagine Fbi-Dipartimento di Giustiza non è collegata con quella che ha portato alla cattura dei due ex manager Bear Stearns. - Dibattito in Senat sul piano casa che prevedrebbe la creazione di un fondo da 300 miliardi di dollari. la casa Bianca minaccia il veto sulla proposta.(ANSA).

 

 

 

 

 

 

 

 

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REPUBBLICA

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FAMIGLIA CRISTIANA

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